Cos’è il calcio?

Cos’è il calcio?

Il calcio? È uno sport verticistico. E noi, da questo punto di vista, siamo una società sportiva anomala, perché diamo attenzione alla crescita del ragazzo più che alle sue qualità di calciatore. Abbiamo il nostro codice di comportamento e chiediamo a tutti gli atleti grande serietà e continuità negli allenamenti, ma non siamo qui solo per scoprire talenti tecnici: noi siamo qui per far crescere i giovani attraverso il calcio. Guardiamo agli uomini che diventeranno”.

Abbiamo incontrato Franco (Ivo) Camellini: padre di Monica, per 30 anni al suo fianco sui campi da calcio, premiato dal CONI nel 2017 per l’impegno a favore dell’integrazione attraverso lo sport. Franco è lo storico presidente della Reggio United, un gruppo sportivo aperto e con una forte vocazione sociale, che include ragazzi di ogni estrazione e abilità, senza selezioni né distinzioni, da 43 anni, da molto prima che nascesse All Inclusive Sport. E che oggi, alla faccia del presunto verticismo calcistico e del Covid, ha comunque ben 11 squadre attive e tantissimi iscritti.

Con lui, torniamo alla domanda inziale. Cos’è il calcio?

Nel calcioci dice Camellinic’è tutta la società in cui viviamo, che entra pesantemente in gioco. Ci sono gli avversari e ci sono i compagni di squadra, c’è il confronto in pubblico e c’è il momento privato del gruppo nello spogliatoio. C’è il rispetto per i coetanei, anche dopo un fallo, anche di fronte agli sbagli che ci fanno perdere o ci mettono in difficoltà. E c’è il rispetto per gli adulti, anche quando hanno palesemente torto, anche quando ci fanno arrabbiare. Questo è il calcio. Non è contare i goal e accumulare le coppe”.

Abbiamo il piacere di collaborare con Franco e i suoi allenatori nell’inserimento dei nostri atleti con disabilità, prima Luca, poi Leo… ma la sensazione è quella di avere molto da imparare, più che da insegnare, sia per età anagrafica ed esperienza sul campo, che per profondità delle riflessioni, che per impegno disinteressato.

Abbiamo saputo di un ragazzo del quartiere che ha dovuto a malincuore sospendere gli allenamenti per occuparsi dei fratellini: senza che le venisse richiesto, la Reggio United è andata a bussare alla porta dei genitori e ha trovato con loro un modo per far rientrare il primogenito in squadra, insieme ai suoi compagni.

È normale” ci ha detto Franco alzando le spalle. E ha ragione. Siamo noi che, a volte, dimentichiamo cosa sia “normale”.