Mattia: quando il Judo diventa inclusione

Mattia: quando il Judo diventa inclusione

Mattia ha 10 anni. Ha passato un’infanzia complessa, a 2 anni faticava a camminare e a parlare, poco dopo è stato affidato  a una zia, una cugina del papà. A quella zia che oggi è la sua mamma.

Da tutti è conosciuto come un bambino socievole e allegro ma che fatica a relazionarsi con i suoi coetanei. Lo sport lo avrebbe aiutato, dicevano. Ha provato a fare nuoto ma aveva paura, moltissima paura delle ventole di aerazione della piscina e quindi gli hanno consigliato di cambiare sport.

Ha provato il Judo e gli è piaciuto moltissimo. Ha conosciuto l’istruttrice  Carla ed il maestro Toni e loro dice la mamma,   lo hanno fatto stare benissimo, perché si è sentito accolto ed integrato .

Carla e il maestro Toni non usano tutor o insegnanti di sostegno per nessuno, usano con tutti i bambini un mix di affetto, stimolazione, sane regole e divertimento, e ogni bambino, con e senza disabilità, viene valorizzato nelle sue diversità, quindi non c’è differenza a fare sport con uno o con l’altro.

Oggi Mattia è un bambino molto più sereno, molto più empatico, che si sente accettato e benvoluto dai compagni (anche a scuola), e che vive i pomeriggi di sport con i coetanei come un momento irrinunciabile di felicità.

La mamma dice che la cosa che più piace a Mattia dello sport ha un nome: Carla!

Non le cose, ma le persone fanno la differenza. Chi lavora per le persone, cambia la vita delle persone. Carla, con Mattia e  la sua famiglia, ha fatto questo. Si è messa in ascolto, ha cercato di capire cosa provano, si è messa nei loro panni, ha cercato e proposto soluzioni. 

La società sportiva di Carla  aderisce ad All Inclusive Sport e anche quest’anno accoglierà bambini provenienti dal progetto.